lunedì 24 febbraio 2014

Cartagena de indias e dintorni

Cartagena de india




Vista notturna






 Cartagena è una delle città colombiane più visitate; sintetizzando essa si può dividere in tre parti: la parte nuova ,la parte vecchia e la spiaggia / baia.

Vista aerea di Cartagena vecchia
 Non conosco il giudizio degli altri ed esprimo il mio : certamente non è attraente per la spiaggia che assomiglia abbastanza a quella di Rio. Molto larga molto lunga con alle spalle grattaceli modernissimi che hanno tutti i comfort ma che nulla hanno a che vedere con il luogo. L’acqua lascia a desiderare, non per l’inquinamento ma per la sua opacità in quanto la sabbia è silicea ed il moto ondoso accentuato. Questa parte della città è ambita dai turisti americani ed europei in cerca di qualche avventura con qualche costena da consumarsi nella piscina al ventesimo piano. Casinò ,night , ristoranti . Per me si salva un albergo in stile spagnoleggiante un po’ retrò, Hotel Caribe, dove abbiamo alloggiato nel 1977 quando per la prima volta ci siamo recati in questo paese. Questa volta grazie ad un conoscente di Paolo, Nestor , abbiamo avuto l’opportunità di avere un intero appartamento in uno di quei grattacieli con piscina al ventesimo piano, ma senza costena.


Folclore della costa
Anche il prezzo è stato da amico , anzi da vero amico e per questo a lui va il nostro grazie. La baia è una laguna molto simile a quella di Venezia e si sviluppa alle spalle della città nuova. Due sono i varchi attraverso i quali entra l’acqua del mare e dove entrarono le navi Spagnole : Boca Chica e Boca Grande. Sorvolo su castello di San Felipe anche perché non lo abbiamo mai visitato. Pezzo forte è la città vecchia . Città murata con alti bastioni e garitte di guardia, permette di godere di ottimi scorci tra viuzze e case in stile spagnolo antico. I colori, le atmosfere ed il clima catalizzano le emozioni. Qualche ristorantino e qualche piano bar, spaccano la nostra malsana abitudine di andare a letto alle 8 di sera; qui è impossibile, si è elettrizzati. Qualche spettacolo di artisti di strada ci fanno assaporare il fascino di vecchie danze tribali.
Baia di Cartagena
Dal porto di Cartagena partono dei battelli turistici .Il tour comprende la visita di alcune isole e ad una spiaggia, Playa Blanca . Il nome già la descrive; totalmente corallina , bassi fondali che permettono a chiunque di avventurarsi per vedere pesci e coralli. Non c’è luce ne acqua, esiste un piccolo ristorante gestito da una spagnola ,Carmen, assieme ad un negro , Angel. Hanno due bambini dei quali scordo il nome. In questa spiaggia Paolo fece costruire una casetta prefabbricata e dove, molte volte ed in altre occasioni abbiamo alloggiato. All’epoca non c’era il ristorante. Angel, pescatore, ci procurava il pesce e ce lo cucinava su di un focolare costruito con massi di corallo nel retro della casa. La storia di Carmen è singolare; ci racconta di essere stata imbarcata ubriaca in Spagna su di un cargo diretto a Cartagena e qui gettata in mare.

Basilica di Cartagena vecchia
 Sarà vero? Certo è che questa donna, magrissima ,fumatrice di sigarette senza filtro con l’indice e medio ingialliti dalla nicotina ,vive in un posto isolato dal mondo , dove si arriva via mare o via terra per un sentiero impraticabile,(si riesce solo con fuoristrada e verricello). Il primo centro abitato, quattro capanne ed uno spaccio, dista circa 10 Km. che Angel si fa a piedi quando deve acquistare beni di prima necessità. Bocacanoa è un’altra località a nord della città lungo costa ,dove Paolo ha acquistato un terreno all’interno di un club sul quale avrebbe dovuto costruire una casa di vacanza; il terreno è rimasto ma del resto non si è fatto più nulla. Nel club esiste un Hotel a disposizione dei soci, al finale dell’appezzamento una lunghissima , selvaggia e deserta spiaggia battuta dalla Briza (un aliseo che spira quasi costantemente e che mitiga il calore).
Vicoli di Cartagena
 Approfittiamo per fare il bagno di rito e nel ritorno ci fermiamo a pranzare in un postaccio dove mangiamo carne a volontà cucinata all’argentina. Questo a nord di Cartagena; a sud invece si trova un posto chiamato “Cholon”,si raggiunge solo via mare.Trattasi di un piccolo golfo della lungezza di circa tre Km e profondetà 7/800 metri protetto dalle onde del mare da una lingua di terra totalmente disabitata e coperta di mangrovie,di modo che, se ci si trova dalla parte protetta, è come essere in una piscina olimpionica.In questo posto ci siamo stati 2 volte ,una con Stefy ed i bambini e una durante un’ avventura di 10 giorni in mare solo io Paolo e Riky (1991). Abbiamo pernottato in questo posto con amache appese alle mangrovie e lampade ad alcool. Non vado oltre, sarebbe troppo lungo , troppo bello e necessiterebbe di un reportage dedicato.

Artisti di strada
 Metto alcune foto tratte da quelle cartacee ma che egualmente danno l’idea. Torniamo all’attualità. Se Dante avesse potuto vedere il mercato di Cartagena avrebbe aggiunto un nuovo girone infernale. Bazurto è il suo nome. Si trova nella periferia est della città , ed è una città. Si potrebbe pensare ad un immenso bazar, ma non è cosi. Il gran bazar di Istambul che abbiamo avuto la fortuna di visitare si può considerare un salotto inglese. Pesce , frutta, carne, barbieri, spezie, bugigattoli entro i quali si frigge di tutto in pentole nere con un olio nero in un ambiente nero gestito da un negro(La popolazione nella costa è negra nel 99 % ) .Donne che allattano sedute sugli sgabellini in mezzo a ceste di frutta tra un andirivieni frenetico di persone ,carretti e animali. Il pavimento è intriso di liquami derivanti dallo scolo delle merci che creano pozzanghere entro le quali ci si finisce inesorabilmente.

Spiaggia di Bocacanoa(Cartagena)
 Spade di luce feriscono la penombra entrando dai pertugi della lamiera consunta che fa da copertura . Il caldo è soffocante. Ciò nonostante il pesce abbonda , di tutti i tipi e di tutte le taglie. I prezzi irrisori ci inducono ad acquistare sempre più di quanto umanamente si può ingurgitare. Solo pochi al mondo riescono ad abbuffarsi in maniera indegna, uno di questi lo conosco anch’io.

2 commenti:

  1. spade di luce che feriscono la penumbra .....é troppo bello e rende troppo l'idea del posto ....e....quello che si abuffa anche in quel posto ...lo conosco anch'io vero???? bravo zio ...mi piace ed emoziona leggere....

    RispondiElimina
  2. Sei proprio bravo Roby....rendere l'immagine con la poesia delle parole....

    RispondiElimina