martedì 25 febbraio 2014

Escursione alle isole di San Bernardo( Caraibi Colombiani)

Arcipelago di San Bernardo


Fondali corallini

Per quanto si possano visitare luoghi esotici in terra ferma mai essi riusciranno a superare il fascino delle isole. Il mistero , nell’immaginario, attrae. Se poi queste si trovano nel mar dei Caraibi in un atollo corallino e magari quasi tutte disabitate, allora la fantasia rievoca pirati , tesori nascosti e Bucanieri .L’arcipelago in questione è composto da una ventina di isole quasi tutte disabitate appunto. Sono ricoperte da palme e vegetazione tropicale,che lascia liberi pochi metri di battigia,e fauna tipica di questi luoghi. Tutto poggia su di un atollo totalmente corallino che non permette alle onde del mare aperto di disturbare chi come noi arriva con una imbarcazione da diporto.Le isole abitate sono due,Isola Palma e l’Islote. La prima è sede di un albergo e ha un molo per l’attracco delle imbarcazioni.


Spiaggia in isola deserta

Isola Palma
Nella foto qui sopra si vede la spiaggia e il grande affollamento.

Islote (unica isola abitata)  Scuola elementare


 La seconda invece è veramente abitata, direi densamente abitata in quanto è molto piccola e tutte le case , casupole, baracche e baracchette compresa l’arena per il combattimento tra galli,sono tra di loro appiccicate e si sostengono l’un l’altra.La luce è prodotta da un grosso generatore.Il prete per funerali e matrimoni arriva su chiamata da Tolù,lo stesso per il medico,ma qui la gente si ammala e muore poco. Niente stress. A questo proposito cito la frase di una donna alla quale casualmente ho chiesto se l’odierna giornata fosse domenica ,(avevo perso la cognizione del tempo), la risposta fu la seguente”non so , ma qui da noi è sempre domenica”. Un’isola abitata da povera gente, nella maggioranza dei casi pescatori inseriti in un Paradiso di sole , mare e pesce.

Aragoste
 La scolarizzazione in Colombia è capillare e molto sentita; arriva negli angoli più reconditi e quindi anche in questa isola sperduta esiste una scuola con tanto di maestra bella e giovane. Raccontare cosa abbiamo fatto in tre giorni in queste isole è inutile. Va da se che non siamo andati ne a teatro ne al cinema e neanche in discoteca. Abbiamo mangiato, dormito con il rumore del mare , fatto bagni ed escursioni subacquee.Soddisfatti, il quarto giorno rientriamo .La vacanza a Tolù, per quanto riguarda questo diario, si può dire terminata. Ripercorrendo la strada fatta quindici giorni prima ritorniamo a Medellin.Unica nota è che proprio in mezzo alle Ande , una trattomula,(corrisponde ai nostri TIR ma molto più grande), che trasportava gas liquido si era rovesciata sull’unica strada che porta dal mare alla città.

Tramonti
Scene di panico o di disperazione?? Neanche per sogno.Il grande fatalismo e spirito di sopportazione di queste genti è esagerato. Sbucano da tutte le parti birrocci con bibite e panini e il tutto si trasforma in un grande e allegro pic nic.Nel frattempo un’occhiata alle gomme in questa” llanteria aperta 24 ore” non fa mai male.Tutto questo senza sapere quando la strada sarebbe stata liberata. Non oso pensare cosa sarebbe successo da noi in un simile caso.Termina così il primo racconto della nostra permanenza in Colombia . I prossimi diari si riferiranno a cenni sulla città di Medellin , Puerto Bonaventura e relativo itinerario,se avrò voglia di scrivere.Le decrizioni ,i consigli ed i punti di riferimento dei luoghi e delle strade sono fedeli alla realtà e chiunque vorrà seguire queste indicazioni potrà ricalcare lo stesso percorso senza molte sorprese……….se ne avrà il coraggio!!!! ROBY, STEFY,PAOLO, RIKY e ROBY

lunedì 24 febbraio 2014

Cartagena de indias e dintorni

Cartagena de india




Vista notturna






 Cartagena è una delle città colombiane più visitate; sintetizzando essa si può dividere in tre parti: la parte nuova ,la parte vecchia e la spiaggia / baia.

Vista aerea di Cartagena vecchia
 Non conosco il giudizio degli altri ed esprimo il mio : certamente non è attraente per la spiaggia che assomiglia abbastanza a quella di Rio. Molto larga molto lunga con alle spalle grattaceli modernissimi che hanno tutti i comfort ma che nulla hanno a che vedere con il luogo. L’acqua lascia a desiderare, non per l’inquinamento ma per la sua opacità in quanto la sabbia è silicea ed il moto ondoso accentuato. Questa parte della città è ambita dai turisti americani ed europei in cerca di qualche avventura con qualche costena da consumarsi nella piscina al ventesimo piano. Casinò ,night , ristoranti . Per me si salva un albergo in stile spagnoleggiante un po’ retrò, Hotel Caribe, dove abbiamo alloggiato nel 1977 quando per la prima volta ci siamo recati in questo paese. Questa volta grazie ad un conoscente di Paolo, Nestor , abbiamo avuto l’opportunità di avere un intero appartamento in uno di quei grattacieli con piscina al ventesimo piano, ma senza costena.


Folclore della costa
Anche il prezzo è stato da amico , anzi da vero amico e per questo a lui va il nostro grazie. La baia è una laguna molto simile a quella di Venezia e si sviluppa alle spalle della città nuova. Due sono i varchi attraverso i quali entra l’acqua del mare e dove entrarono le navi Spagnole : Boca Chica e Boca Grande. Sorvolo su castello di San Felipe anche perché non lo abbiamo mai visitato. Pezzo forte è la città vecchia . Città murata con alti bastioni e garitte di guardia, permette di godere di ottimi scorci tra viuzze e case in stile spagnolo antico. I colori, le atmosfere ed il clima catalizzano le emozioni. Qualche ristorantino e qualche piano bar, spaccano la nostra malsana abitudine di andare a letto alle 8 di sera; qui è impossibile, si è elettrizzati. Qualche spettacolo di artisti di strada ci fanno assaporare il fascino di vecchie danze tribali.
Baia di Cartagena
Dal porto di Cartagena partono dei battelli turistici .Il tour comprende la visita di alcune isole e ad una spiaggia, Playa Blanca . Il nome già la descrive; totalmente corallina , bassi fondali che permettono a chiunque di avventurarsi per vedere pesci e coralli. Non c’è luce ne acqua, esiste un piccolo ristorante gestito da una spagnola ,Carmen, assieme ad un negro , Angel. Hanno due bambini dei quali scordo il nome. In questa spiaggia Paolo fece costruire una casetta prefabbricata e dove, molte volte ed in altre occasioni abbiamo alloggiato. All’epoca non c’era il ristorante. Angel, pescatore, ci procurava il pesce e ce lo cucinava su di un focolare costruito con massi di corallo nel retro della casa. La storia di Carmen è singolare; ci racconta di essere stata imbarcata ubriaca in Spagna su di un cargo diretto a Cartagena e qui gettata in mare.

Basilica di Cartagena vecchia
 Sarà vero? Certo è che questa donna, magrissima ,fumatrice di sigarette senza filtro con l’indice e medio ingialliti dalla nicotina ,vive in un posto isolato dal mondo , dove si arriva via mare o via terra per un sentiero impraticabile,(si riesce solo con fuoristrada e verricello). Il primo centro abitato, quattro capanne ed uno spaccio, dista circa 10 Km. che Angel si fa a piedi quando deve acquistare beni di prima necessità. Bocacanoa è un’altra località a nord della città lungo costa ,dove Paolo ha acquistato un terreno all’interno di un club sul quale avrebbe dovuto costruire una casa di vacanza; il terreno è rimasto ma del resto non si è fatto più nulla. Nel club esiste un Hotel a disposizione dei soci, al finale dell’appezzamento una lunghissima , selvaggia e deserta spiaggia battuta dalla Briza (un aliseo che spira quasi costantemente e che mitiga il calore).
Vicoli di Cartagena
 Approfittiamo per fare il bagno di rito e nel ritorno ci fermiamo a pranzare in un postaccio dove mangiamo carne a volontà cucinata all’argentina. Questo a nord di Cartagena; a sud invece si trova un posto chiamato “Cholon”,si raggiunge solo via mare.Trattasi di un piccolo golfo della lungezza di circa tre Km e profondetà 7/800 metri protetto dalle onde del mare da una lingua di terra totalmente disabitata e coperta di mangrovie,di modo che, se ci si trova dalla parte protetta, è come essere in una piscina olimpionica.In questo posto ci siamo stati 2 volte ,una con Stefy ed i bambini e una durante un’ avventura di 10 giorni in mare solo io Paolo e Riky (1991). Abbiamo pernottato in questo posto con amache appese alle mangrovie e lampade ad alcool. Non vado oltre, sarebbe troppo lungo , troppo bello e necessiterebbe di un reportage dedicato.

Artisti di strada
 Metto alcune foto tratte da quelle cartacee ma che egualmente danno l’idea. Torniamo all’attualità. Se Dante avesse potuto vedere il mercato di Cartagena avrebbe aggiunto un nuovo girone infernale. Bazurto è il suo nome. Si trova nella periferia est della città , ed è una città. Si potrebbe pensare ad un immenso bazar, ma non è cosi. Il gran bazar di Istambul che abbiamo avuto la fortuna di visitare si può considerare un salotto inglese. Pesce , frutta, carne, barbieri, spezie, bugigattoli entro i quali si frigge di tutto in pentole nere con un olio nero in un ambiente nero gestito da un negro(La popolazione nella costa è negra nel 99 % ) .Donne che allattano sedute sugli sgabellini in mezzo a ceste di frutta tra un andirivieni frenetico di persone ,carretti e animali. Il pavimento è intriso di liquami derivanti dallo scolo delle merci che creano pozzanghere entro le quali ci si finisce inesorabilmente.

Spiaggia di Bocacanoa(Cartagena)
 Spade di luce feriscono la penombra entrando dai pertugi della lamiera consunta che fa da copertura . Il caldo è soffocante. Ciò nonostante il pesce abbonda , di tutti i tipi e di tutte le taglie. I prezzi irrisori ci inducono ad acquistare sempre più di quanto umanamente si può ingurgitare. Solo pochi al mondo riescono ad abbuffarsi in maniera indegna, uno di questi lo conosco anch’io.

Rincon del mar (Caraibi Colombiani)

Escursione a Rincon del mar.




Palme al vento
 Il residence dove siamo alloggiati dista circa 5 Km dal paese e gli appartamenti sono inseriti in un parco chiamato “El coqueto” per la grande quantità di palme da cocco esistente al suo interno.

Golfo e spiaggia di Rincon del mar
Questo determina l’unico pericolo reale, la caduta di un cocco spaccherebbe le testa anche a qualche mio conoscente e amico, chiamato da sempre testa di legno. Di fronte la spiaggia e il mare caraibico. A destra nessuno, a sinistra nessuno, davanti il mare. Le nostre immagini di spiaggia sono talmente lontane da queste che ci si mette un po’ a realizzare, al bello però ci si abitua presto. Ci godiamo qualche giorno di puro ozio visitando piccoli villaggi di pescatori disseminati lungo la costa o in motoscafo raggiungendo pescatori di aragoste in canoe ricavate da tronchi d’albero. Acquistiamo in un caso e nell’altro quantità esagerate di pesce; mazzancolle enormi e aragoste da porzione però in numero industriale, ( occhi più grandi della bocca),aragoste a 4 euro al Kg, mazzancolle 5 Kg 10 euro, abituati ai nostri prezzi non riusciamo a dire di no.


Giovani indigeni
 Lungo la spiaggia si incontrano dei chioschi che cucinano piatti locali, quasi sempre un grande pesce fritto con contorno di verdure, guacamole e salsine varie tipiche della costa molto saporite e piccanti.Qualche giorno all’ingrasso e partiamo per un luogo che per me è uno dei più belli e suggestivi : Rincon del mar. Non è semplice arrivarci. Necessita arrivare a Tolù vecchia ,deviare a sinistra per una strada in terra battuta che ha tutti i problemi di un fuoristrada soggetto alle intemperie. Buche, fango, polvere. Questo per 80 Km. Un giorno intero di viaggio. Si arriva in un paese il cui nome ho già detto, dal fascino paradisiaco. Non lo posso descrivere , le foto sono sufficienti. Dopo km di strada sterrata che attraversa giungla tropicale si sbuca improvvisamente su di una spiaggia con sabbia corallina e mare turchese che si distende lungo un piccolo golfo con alle spalle la foresta e di fronte gli arcipelaghi. Lungo la spiaggia, ma un po all’interno, il paese.

Pescatori
 Quasi sulla battigia un alberghetto costruito con bambù ;qualche chiosco. Le vele all’orizzonte indicano che i pescatori del villaggio stanno facendo il loro lavoro su di un mare tranquillo ,lievemente increspato dalla leggera brezza . Le faccende domestiche si espletano all’aperto. Si cucina, si fa il fuoco ,si lavano e allattano i bambini. Tutti fanno a gara per offrirti da bere un bicchierino di agua ardiente (liquore nazional popolare colombiano),senza chiedere nulla in cambio. Nessuno mercanteggia ,nessuno elemosina, tutti ti accolgono offrendoti una allegria ed una spensieratezza a noi sconosciuta. Questo è un bambino di 15 gg. Gesti semplici, compiuti all’aperto senza tema alcuna di critiche da parte dei vicini o dei passanti. Tutto , ed è proprio il caso di dirlo, alla luce del sole, un sole accecante che brucia la pelle. 
Imbrunire

Il mare a due passi per dare refrigerio e divertimento a grandi e piccoli . I bambini hanno fisici eccezionali ,forse perché mangiano molto pesce , riso bollito, cocco grattugiato e manioca bollita; essi partecipano con piacere e dedizione alle attività domestiche. Devo citare un piccolino di forse due anni aspettare il padre che ritornava dalla pesca con la sua canoa a vela ed interessarsi del pescato cercando al suo interno. I posti di ristoro come al solito sono molto semplici e certamente i titolari non fanno molte moine per invitarti nel loro locale. Una grossa signora stravaccata nel suo seggiolone ci illustra le pietanze e, sotto un chiosco, al fresco della brezza, ci porta una aragosta con salsa di sevice, che sarà pesata almeno 1,5 kg e un Pargo rosso,(è un pesce locale assomiglia al nostro branzino), ripieno di gamberetti e ovviamente tutti i contorni. Non dico il prezzo perché è ininfluente ma anche perché nessuno ci crederebbe.
Aragoste, pesca miracolosa

 Anche noi non ci credevamo ma vivaddio siamo italiani e cosi abbiamo pagato e ce ne siamo andati alla chetichella. Il prezzo era giusto perché la signora ci ha rivisto e non ci ha schiacciato sotto i suoi 200 Kg. Dopo aver pranzato abbiamo preso possesso di quell’alberghetto in bambù che sopra ho citato; doccia , pennichella e poi grande serata con fuoco in spiaggia. La cena era impossibile perché l’aragosta ed il Pargo stavano ancora nuotando nel nostro stomaco. In compenso una bella bottiglia di whisky ci ha fatto compagnia. Naturalmente dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto l’amore è il benvenuto. E cosi in questa atmosfera sincopata , tra mangiate di pesce , bagni in mare e gran bevute assieme ai locali, passiamo tre giorni .
Riposo dei pescatori
 Partiamo la mattina prestissimo durante un forte temporale tropicale che ha reso la strada quasi impraticabile; però il tempo a queste latitudini rimedia nell’arco di mezz’ora e tutto si risolve. Conservo un bellissimo ricordo di questo luogo dove spero di ritornare al più presto. Una sola immagine mi ha rattristato e che spesso mi ritorna alla mente: il volto triste di una bambina di 6/7 anni che solitaria giocava nella sabbia con un barattolo di plastica e alla quale dedico una bellissima foto. Il ritorno non ha nulla di più interessante dell’andata, solo ,passando per un paesino dove si stava svolgendo una festa , frequentissime da queste parti, siamo stati bloccati dalla gente ed invitati anche noi a festeggiare.
Siesta
Rientrati alla base ci dedichiamo alle amenità che il luogo ci propone. Avendo il mare a due passi decidiamo di cenare in spiaggia e successivamente ci diamo alla pesca che mi avevano detto essere particolarmente semplice da attuare anche senza esche sofisticate come si usano qui da noi. Per uno come me che nella vita non solo non ha mai pescato un pesciolino ma ha sempre portato sfortuna agli altri pescatori, questa affermazione aveva dell’incredibile. Ebbene nell’arco di due ore, usando delle canne primordiali e come esche delle patelle ,Riky ha pescato due Robali per un totale di 1Kg e 700 Gr ed io una Bisigola o Aguglia . Giustamente la mattina Riky si è fatto immortalare con i pesci in mano.( La foto è inserita all’ inizio del reportage). Cosi alle due di notte non prima di aver gustato il bicchiere della staffa, ( l’ultimo di tanti altri bicchieri), ci ritiriamo nelle nostre stanze e, stracchi, ci addormentiamo. E’ bello addormentarsi sapendo che l’unica preoccupazione al mattino sarà quella di organizzare un’altra escursione. Rimaniamo due giorni a vagabondare nei dintorni. Piccoli villaggi di pescatori con relativi mercatini, serate in paese ad ascoltare musiche caraibiche e bere qualche ottimo succo di maragujà , di tamarindo o di guanavana ,( un frutto che se spremuto ha lo stesso sapore dello yogurt), preparati al momento.

domenica 23 febbraio 2014

Viaggio in Colombia

 VIAGGIO IN COLOMBIA 15 Marzo 2012 - 15 Maggio 2012





 La Colombia è un paese sudamericano bello, credo come altri del sud America, ma lo è particolarmente per noi perchè ci abitano oramai da molti anni nostri parenti con grado di parentela molto stretta, motivo per cui abbiamo non solo avuto la possibilità di visitarlo spesso negli anni ma di averlo visionato accompagnati da persone che ci hanno evitato ,nelle varie escursioni , tutte quelle incertezze tipiche di chi non è pratico dei luoghi.


Pesca di Barracuda








 Rassicurati quindi da persone amiche ,esperte delle abitudini locali, siamo riusciti a vivere il periodo di nostra permanenza come turisti condividendo le realtà locali avendo cosi il vantaggio di avere contatti con la gente comune e con le loro routine giornaliere . Stefania, che d’ora in avanti chiamerò Stefy, ha seguito alla lettera e ha scelto le forze armate per fraternizzare, mentre io e mio fratello Paolo festeggiamo il nostro incontro. Quello con il cappellino e l’espressione furba sono io , Roberto, che d’ora in avanti chiamerò Roby, che è il nomignolo con il quale Stefy mi chiama nell’intimità . Accennavo a parenti, manca mio nipote Riccardo, Riky sempre assetato e alla ricerca di luoghi estremi e mia cognata Maria del Carmen Garcia Vittoria che chiameremo Maria e che evidentemente è colombiana.

al fresco facendo la siesta ,Stefy e Maria

Questi sono i personaggi con i quali abbiamo condiviso il viaggio. Non racconterò giorno per giorno quello che abbiamo fatto, mangiato o visto, sarebbe noioso, ne cercherò di trasmettere le emozioni vissute , mai nessuno potrebbe farle proprie. Mi limiterò a descrivere alcune situazioni , a mio parere interessanti e anche un po’ avventurose , almeno per noi europei, vissute in un paese che si presta molto a cose di questo genere. Cominciamo col dire che Colombia è situata mediamente a 4° latitudine nord , ha due arterie stradali principali, una da sud a nord e la seconda da est a ovest. Tutte quelle che si trovano, (se si trovano) ,a lato delle due , sono stradicciole che si perdono tra “valli e valloncelli” e al massimo portano a qualche piccolissimo agglomerato di case.


Isole arcipelago di San Bernardo
  Due sono le vie fluviali, il rio Cauca , zona aurifera, dove di tanto in tanto si incontrano veri cercatori d’oro, ed il rio Magdalena, completamente navigabile ; a differenza delle strade sono molti i fiumi minori, essendo il paese ricchissimo d’acqua. Il clima non dipende dalla vicinanza dall’equatore ma dall’ altitudine in cui ci si trova, essendo attraversato da ben tre cordigliere, l’orientale la centrale e l’occidentale. Quindi si passa dai verdeggianti pascoli alpini alle piantagioni di caffè ai bananeti e altri frutti esotici alle intensive coltivazioni di canna da zucchero che si trovano in una lunghissima pianura, posta in un altipiano (1000 m.),tra due cordigliere, alla fine della quale si incontra una importante città ,Cali , della quale parleremo più avanti non per la stessa ma perché è il punto di partenza per andare sul Pacifico, secondo oceano che bagna Colombia, a Puerto Bonaventura che, assieme a Barranquilla, è fondamentale approdo per le merci che arrivano dal Cile.


Palmeti tropicali
 Medellin, una delle metropoli, definita la città dell’eterna primavera per il suo clima da sogno tutto l’anno, è moderna e attiva dal punto di vista commerciale ed industriale, ma è anche tristemente famosa per essere la capitale dei cartelli della droga dove per molti anni ha spadroneggiato Pablo Escobar. La gente è accogliente e allegra anche nei quartieri più poveri ed è sempre pronta a festeggiare qualche avvenimento. Dopo qualche giorno di permanenza in città che già conoscevamo per averla visitata in precedenti viaggi ,siamo partiti per la costa. La distanza tra Medellin e Tolù, nostra prima meta , è di 650 Km.Essa si trova al centro del golfo del Morrosquillo nel compartimento del Sucre ;a 23.5 miglia nautiche s’incontra l’arcipelago delle isole di San Bernardo. Se qualcuno si volesse avventurare , partendo da Tolù porre la prua a 305 °. La strada, della larghezza di una nostra provinciale si snoda , per metà attraverso due cordigliere(si viaggia quasi sempre oltre i 2000 m.) e per l’altra metà costeggiando il rio Cauca, in pianura. Volendo si può percorrerla tutta in una giornata ma, visto che il tempo non ci manca, spezziamo il viaggio in due , e a metà strada ci fermiamo in un residence che offre cibo, letto e piscina, il tutto a cifre modestissime. Le cordigliere sono simili alle nostre Alpi. Le mucche sono pezzate e da latte.

Abitazioni poggiate su coralli
Non viene coltivato quasi nulla, tutto il territorio serve al pascolo. Non sanno fare il formaggio ,l’unico che si trova è un quesito bianco e insipido che si gusta con arepa di mais abbrustolita, a me fa schifo, Stefy , gli altri ne sono ghiotti. Strada facendo incontriamo dei posti di ristoro molto spartani che offrono ,per pochi pesos, piatti tipici gustosissimi. Siamo già in tierra caliente quindi i bagni in piscina si sprecano anche perché nel residence siamo soli . Un inciso: la capacità di adattamento di questo popolo è stupefacente, soprattutto in luoghi lontani dalle grande metropoli ;suole di scarpe ricavate da pneumatici in disuso , vele costruite con sacchi neri delle immondizie, ragazzini che tendono dei cordini attraverso la strada in modo che le automobili rallentino per poter chiedere qualche peso ecc. Tornando a noi; dopo aver dormito , di buonora ci alziamo per proseguire il viaggio. L’essere mattinieri è necessario ; viaggiare di notte è molto pericoloso ,non per i malintenzionati, ma per lo stato delle strade, che al di fuori dei centri abitati sono immerse in un buio pesto e potrebbero esserci delle buche non segnalate, pericolosissime ; quando piove queste, piene d’acqua, si vedono ancor meno ,quindi partire alle 5 di mattina ed arrivare nel pomeriggio è consigliabile.

Mandriano
Partiti quindi ,ci fermiamo a pranzo in una bettolaccia affacciata al rio San Juan e ci facciamo una scorpacciata di Bagre fritto,(un pesce d’acqua dolce che assomiglia allo Storione), con contorno di platano fritto, aguacate e riso bollito. In un fiumiciattolo affluente del rio troviamo al lavoro due giovani cercatori d’oro ; scambiamo qualche battuta, noi volevamo sapere se l’oro si poteva trovare; ci dissero con grande serenità e fatalismo che riuscivano con questo lavoro a sbarcare il lunario. Non credevo potessero esistere ancora simili realtà. Uscendo da questa posada noto, appesi al muro , quadretti di foto in bianco e nero simili a quelle che si trovavano nelle case dei nostri poveri contadini veneti, una in particolare mi ha colpito; quella di un giovane ,dall’apparente età di 30 anni, che davanti aveva un lumino acceso. L’immagine mi ha fatto ricordare un episodio occorsomi molti anni or sono, ( anni 90), quando frequentavo questo paese spesso anche per motivi professionali . Stavo percorrendo l’attuale itinerario assieme ad un imprenditore veneto, eravamo solo noi due ed era la prima volta che non ero accompagnato da Paolo.


Bivacco notturno
In prossimità di un paese al centro della cordigliera ,Yarumal, in una radura vedo una costruzione che ha le caratteristiche di un saloon , quelli di TEX per intenderci. Ad entrambi viene la voglia di entrare. Effettivamente l’entrata con le porte basculanti, il bancone con gli avventori seduti sugli sgabellini e altri attorno ai tavoli giocando a carte, dava l’impressione di essere nel Texas. Prendiamo due Roon locale e mi appresto a scattare una foto ; vengo immediatamente bloccato da un uomo il quale ci proibisce di farlo e ci invita ad attendere qualche minuto perché deve spiegare il motivo del suo comportamento. Ritorna con delle foto in bianco e nero. Suo figlio crivellato di colpi d’arma da fuoco giaceva riverso a terra alla luce delle fotoelettriche che facevano ancora più lugubre l’immagine impietosa . Morale, gli squadroni della morte fanno fotografare le persone che intendono eliminare per poi inviare i Killer per l’esecuzione. Questo fatto mi ha molto impressionato ed è per questo che l’ ho voluto inserire in questo reportage. Lasciamo questo triste ricordo e riprendiamo il viaggio per Tolù. Qualche ora di viaggio tra palmeti , bananeti e vegetazione tropicale ed arriviamo. Questo è un ridente paesino posto sulla costa caraibica a circa 100 Km dalla più famosa Cartagena de India. Questa sarà la base per le escursioni nel circondario e per l’arcipelago delle isole San Bernardo e del Rosario. Sono circa le 16; un bagno nel mare antistante dove l’acqua è sempre calda, una doccia, un momento di relax osservando il tramonto , un piatto di spaghetti con pomodoro per non scordarci che siamo italiani,( nota retorica), e tutti a letto.

mercoledì 19 febbraio 2014

ESCURSIONE AI CARAIBI COLOMBIANI - PREFAZIONE

PREFAZIONE


In un viaggio la partenza ed il ritorno sono gli unici momenti perfettamente uguali nell’ambito della vacanza.

Stefy all'aeroporto Marco Polo
In entrambi i casi ci vede seduti in una sala d’attesa , aeroporto , stazione ferroviaria o marittima, intenti generalmente a leggere un libro o rivista illustrata ,con atteggiamento disinteressato a quanto attorno a noi sta accadendo. L’aria un po’ annoiata serve a comunicare al mondo che non siamo dei provinciali trovatisi in quei luoghi in una occasione eccezionale, ma degli abitué. Le considerazioni sopra descritte sono valide perché l’osservatore valuta solo la parte estetica, ma se entrasse nell’animo dei protagonisti, le due situazioni,( partenza e ritorno), sarebbero egualmente simili? Assolutamente si , cambiano solo i pensieri. La partenza è il momento più bello del viaggio dove le fantasie riguardo alle aspettative hanno la loro massima espressione. Immateriali per loro natura con la loro leggerezza ci permettono di vagare senza fatica dal mare alla montagna e di situazione in situazione, tutte naturalmente piacevolissime . Non sarà mai troppo caldo o troppo freddo, non faremo code ai musei, il mare non avrà meduse , non saremo mai punti da una tracina e non prenderemo raffreddore o qualche infezione intestinale che ci obbligherebbe a bere the per molti giorni. E’ evidente che con questi pensieri il nostro umore sarà alle stelle, siamo eccitati e, senza darlo a vedere, attendiamo con ansia il mezzo di trasporto che ci condurrà nei luoghi di vacanza. Per il ritorno possiamo fare un copia e incolla, pensieri a parte. Saremo felici perché non ci sono successe tutte quelle brutte cose che avrebbero potuto potenzialmente succedere ; ritorniamo nella nostra casa riappropriandoci delle nostre abitudini di vita , ritrovando i nostri affetti. Questo per quanto riguarda la parte immateriale, per quella materiale la foto della partenza possiamo usarla tranquillamente per il ritorno. Tra la partenza ed il ritorno si colloca l’avventura che cercherò di descrivere per mio promemoria e per quando la stessa vacillerà, e per qualcuno che avrà la voglia e la pazienza di leggerlo.